"Un desiderio lontano alle radici del Giardino delle Beghine, dono di relazioni fortunate con donne sapienti beghine di oggi, che ci hanno aiutate a conoscere e amare le beghine di ieri, donne che mandano luce e forza per abitare l’inquieto tempo di oggi osando creatività, bellezza, libertà che ci spingono oltre nella continuità del cammino."
Queste parole esprimono in sintesi la spinta originaria che ha dato vita all’associazione “Nel giardino delle beghine”.
Il desiderio di vivere la realtà di oggi, così problematica e inquieta, incarnandola con occhi capaci di cogliere i segni di rinascita in profondità, che aprono sguardo e cuore oltre, rivelando orizzonti possibili dove mistica e politica, visibile e invisibile, contemplazione e impegno politico, possono essere compagni di viaggio, come le beghine insegnano.
Le beghine di ieri infatti vivono una forma di vita in cui c’è armonia tra:
profonda spiritualità che raggiunge vette mistiche che influenzano il loro tempo, stando ai margini dell’istituzione ecclesiastica, rischiando e subendo condanne, e impegno nel luogo in cui vivono con pratiche politiche di cura, di studio, di insegnamento, di predicazione in lingua materna.
Tenere insieme pubblico/privato, azione/contemplazione, crea modalità inedite di autorità e relazione femminile.
Sono precisate alcune tracce delle donne, beghine di oggi che hanno accompagnato la nascita del Giardino.
“… sono la beghina di ogni tempo, perché sono una beghina un po’ in incognito…Amo alla maniera delle beghine in modo anticonformista e un po’ trasgressivo”
Così si dichiarava Ivana Ceresa (1942-2009), teologa mantovana, fondatrice dell’ordine della Sororità, nel libro "Mie carissime sorelle". E anche:
“…essere beghina oggi è continuare la scelta di quelle donne, cioè vivere nel mondo senza essere del mondo.”
Si riferiva alle “madri storiche”, le beghine del Nord, un movimento che nasce alla fine del XII secolo nella zona Fiandre-Brabante-Renania, dove donne di ogni ceto sociale sperimentano il desiderio di condurre una vita di intensa spiritualità, libere dal controllo maschile-familiare ed ecclesiastico, restando pienamente inserite nelle reti sociali delle città allora emergenti.
A noi interessa confrontarci oggi con quella esperienza di vita femminile, tra le più libere della storia, per trovare un altro modo di vivere nella chiesa e nel mondo. A questo ci invita anche Luisa Muraro quando si interroga sul rapporto di Margherita Porete (1250-1310) con la Scrittura.
“Non potrebbe, allora, trattarsi di un altro senso dell’autorità del testo scritto? Un senso femminile, la cui differenza da quello consolidato potè affermarsi come un guadagno di libertà e d’intelligenza grazie al movimento delle beghine e alle sue pratiche (autonomia, autorità femminile, studio e predicazione della dottrina cristiana esposta, a voce e per iscritto, in lingua materna).” (Le amiche di Dio, Napoli 2014)
E ci interessa condividere questo desiderio con altre donne (e uomini) in questa città.
Il Giardino delle beghine è un’associazione di donne in relazione che si propone di favorire la consapevolezza del valore del pensiero femminile nella storia e nel mondo attraverso:
incontri per conoscere e approfondire il pensiero femminile nella vita sociale, culturale, politica e religiosa;
attività di informazione, sensibilizzazione del territorio per sviluppare riflessione e attenzione alle tematiche femminili;
scambi interculturali e interreligiosi tra donne italiane, straniere, singole o in gruppi;
costituzione di una biblioteca con testi sulla storia delle donne, testi di scrittrici, poete, mistiche di ieri e di oggi;
cura della biblioteca stessa con possibilità di prestiti alle socie e ad altre donne;
incontri di lettura collettiva su testi scelti e riflessioni in contesto;
incontri di riflessione, preghiera tra donne di differenti fedi e spiritualità;
spazi di ascolto per le donne che ne fanno richiesta in collegamento anche con altre associazioni che già operano nel sostegno ad altre donne;
seminari sulle pratiche meditative e corporee.
Il logo a forma circolare, definito nel contorno dalle parole della mistica beghina Margherita Porete, apre lo sguardo al mondo:
"Chi dovrebbe farsi scrupolo di prendere ciò di cui ha bisogno all’interno dei quattro elementi, quali la chiarità del cielo, il calore del fuoco, la rugiada dell’acqua e la terra che ci sostiene?"
L’interno, attraverso le forme e i cerchi che si restringono porta lo sguardo al centro invito alla profondità.
Un pozzo per attingere alle sorgenti che hanno dato vita alla libertà e alla sapienza delle beghine.
Un giardino per incontrare, coltivare e custodire relazioni con donne di ieri e di oggi.
Una finestra per allargare lo sguardo sulla realtà dentro e fuori di noi.